Curiosità

28 febbraio 2017

Il caffè nell'arte: dai dipinti dell'Ottocento agli scatti di Steve McCurry

Vero fenomeno di costume, il caffè ha da subito colpito la sensibilità degli artisti. Che hanno consegnato alla storia opere di inestimabile valore

28 febbraio 2017
Edward Hopper - Nighthawks

"Nighthawks" (Nottambuli) di Edward Hopper, 1942 (particolare)

Da bevanda per pochi eletti a piacere popolare, è intorno alla metà del Settecento che il caffè inizia effettivamente a diffondersi in tutta Europa. E se oggi per raccontare gusti e tendenze basta uno scatto e i giusti hastag su Instagram, a quel tempo stava alla sensibilità degli artisti raccontare il mondo che cambiava.

Le opere sono davvero tante. Ecco una selezione di titoli e firme da ammirare gustando una tazzina fumante di caffè. Godetevi tutto il piacere del caffè buono come al bar usando il caffè in capsule compatibili Nespresso® e Lavazza® Espresso Point. Il caffè in capsule compatibili Nespresso® e Lavazza® Espresso Point è disponibile in diversi gusti. Scegli quello che più ti piace:

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L'OTTOCENTO: PARIGI E GLI IMPRESSIONISTI

Se dici caffè e pittura, è impossibile non pensare alle tele impressioniste francesi. Cominciamo con Pierre-Auguste Renoir e la sua Fine del Pranzo (1879). Seduti a tavola all'aria aperta, due donne e un uomo, intento ad accendersi una sigaretta, hanno appena finito di pranzare. Vestono abiti molto eleganti e sul tavolo si vedono due raffinate tazzine da caffè.

Più ostico è il dipinto olio su tela realizzato nel 1868 da Édouard Manet dal titolo Le Déjeuner dans l'atelier. È bizzarro per il suo accostamento di elementi completamente disparati. Tre personaggi che tra di loro non interagisco. Ciascuno di loro ha lo sguardo rivolto altrove. Da un lato la raffigurazione di un tavolo apparecchiato dove si intravede un tazzina dal bordo dorato. Dall'altro lato della scena armi e un gatto nero. Innamorato è invece lo sguardo dell'uomo nella tela Chez le père Lathuille (1879), occhi negli occhi con quella che è forse la sua amata. La postura lascia intendere che le sta facendo la corte. Egli tiene in mano una coppa. Sullo sfondo un cameriere intimidito con un bricco di caffè in mano in attesa del momento giusto per servirlo.

I cafè parigini hanno ispirato una delle opere russe più costose al mondo, al pari di un Kandinskij, Chagall o Malevich. Si tratta del Caffè Parigino di Ilja Repin (1875). Un'opera che oltre a ritrarre il fervore dei locali francesi testimonia un comportamento che per l'epoca era a dir poco disdicevole: una donna seduta da sola al tavolo, senza accompagnatore, fiera del suo stato e non curante dello sguardo altrui.

Sempre da un caffè parigino trae ispirazione Federico Zandomeneghi che nel 1884 firma Al Caffè. Seduta al tavolino, in primo piano, c'è una donna che al tavolo ha una tazza fumante di caffè. Porta un abito scuro dove ha appuntato un grande fiore di colore viola. Alla sue spalle, un uomo, anche lui dall'aspetto molto elegante, intento a bere da un calice.

È sola al tavolo. Tazzina in mano, mignolino all'insù, giornale aperto sulle gambe. Sono i tratti dell'olio su tela Al Caffè (1890) del pittore veneziano Alessandro Milesi, che sullo sfondo della sua opera rappresenta proprio la Serenissima. Egli dipinge una scena di vita quotidiana borghese ed elegante. La sua è una donna forte, indipendente, sicura di sé.

Sguardi civettuoli invece negli occhi della due donne dipinte da Giovanni Boldini nella tela Conversazione al Caffè (1879). Nello stesso quadro il pittore ritrae le sue amanti del periodo parigino: la mora Gabrielle e la bionda Berthe.

Sotto un pergolato si consuma il caffè pomeridiano dell'opera Il Pergolato di Silvestro Lega (1868), uno dei maggiori esponenti del movimento dai macchiaioli. Sulla scena ci sono cinque donne. Una di queste è la domestica, intenta a portare un vassoio con sopra un bricco di caffè che verrà consumato sullo sfondo di un placido pomeriggio estivo nella campagna toscana.

Uno straordinario gioco di luci e ombre in cui spicca vivido il bianco delle tazzina è Al Tavolo del Caffè di Edward Munch (1883). Sulla scena due personaggi, una donna e un uomo anziano, l'uno accanto all'altra, intenti a bere il caffè. Un capolavoro impressionista custodito al Munch Museum di Oslo.

Sorride allo spettatore mentre beve il caffè La Bevitrice di Caffè (1888), ritratto realista della pittrice slovena Ivana Kobilca. L'anziana donna tiene su una mano il piattino, sull'altra la tazzina e sembra essere stata interrotta in un momento di pausa.

IL NOVECENTO: DONGHI, GUTTUSO E HOPPER

Una signorina vestita alla moda degli anni Venti seduta davanti a una bianca tazzina è la protagonista del ritratto Cocottina di Antonio Donghi (1927), uno dei principali esponenti del Realismo magico. La scena è apparentemente quieta e silenziosa, ma vista con attenzione è invece carica di mistero.

Un gran via vai di gente caratterizza il colorato Caffè Greco di Renato Guttuso (1976). Su questa tela il pittore siciliano racconta lo scorrere del tempo in uno dei più celebri locali di Roma, il Caffè Greco per l'appunto, dove si incontrano artisti, politici e persone comuni.

Sono fermi davanti a un caffè i Nottambuli di Edward Hopper. Realizzato nel 1942, l'olio su tela del pittore statunitense è fra le sue opere più famose. Sulla scena una coppia e un un uomo solo, tutti e tre assorti nei loro pensieri. Mentre a muoversi è solo il barista che in cerca di uno sguardo riceve solo indifferenza. Ancora un caffè è nella scena di Automat (1927). Sguardo assente, una donna sola seduta al tavolo di un locale tiene in mano la sua tazza di caffè mentre fuori è buio.

IL DUEMILA: GLI SCATTI DI MCCURRY E SALGADO...

Assai incantevoli altresì le foto di Steve McCurry, fotoreporter diventato famoso per il ritratto alla ragazza afgana dagli occhi verdi. Per far conoscere da dove viene il caffè e trasmettere maggior rispetto verso il cibo e le persone che ci lavorano, ha pubblicato il volume From These Hands: A Journey Along the Coffee Trail che raccoglie una serie di suggestivi scatti fatti lungo le rotte del caffè dall'Etiopia alle Ande fino al Kilimangiaro.

E un altro giro nel mondo del caffè è quello di Sebastião Salgado nella raccolta Profumo di Sogno. Un lavoro che ha toccato negli anni i principali produttori di caffè: Brasile, India, Indonesia, Etiopia, Guatemala, Colombia, Cina, Costa Rica, El Salvador e Tanzania.

… E LE CERAMICHE DI JOHNSON TSANG
Curiosa la scultura iperrealista di Johnson Tsang, artista asiatico di Hong Kong, che ama sbizzarrirsi con piatti e tazze di caffè trasformandoli in essere umani. Come succede in Yuanyang II (2003), dove le bevande rovesciate da due tazze di caffè si trasformano lungo in percorso in due volti uniti da un bacio.

 

Che mondo affascinate quello del caffè. Un piacere da bere e da ammirare guardando le sue evoluzioni nel tempo. Da bevanda per pochi eletti a piacere popolare da gustare tutti i giorni.

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